C’è un filo rosso che riguarda la regolarità del soggiorno per le persone migranti: dalla protezione speciale alla domanda di protezione internazionale, dalla conversione del titolo fino all’accesso alla procedura prevista dal decreto flussi.
Esiste un filo rosso che ci parla di una schizofrenia messa in campo dal legislatore e dei paradossi di fronte ai quali si trovano i migranti e le migranti, gli operatori e le operatrici che si confrontano quotidianamente con gli uffici immigrazione che quelle stesse leggi e circolari in materia di immigrazione devono applicare. E poi ci sono gli abusi di potere e le interpretazioni restrittive che quegli stessi uffici di polizia, sempre più spesso, mettono in atto, sulla pelle delle persone migranti, rendendo la loro identità giuridica, sociale, un groviglio di rifiuti, attese, e rinvii senza soluzione di continuità.
Di questo hanno parlato gli operatori del Forum e due giuristi esperti, il 29 novembre scorso, in una diretta Facebook.
La protezione speciale, nonostante sia un diritto costituzionale e internazionale, è ostacolata da illegittime circolari di polizia che ne escludono la conversione tout court e per le nuove procedure la protezione è ostacolata dallo stesso Decreto Cutro che ne limita la possibilità di riconoscimento e rinnovo.
Nel nostro monitoraggio abbiamo rintracciato diverse casistiche illegittime. A Caserta, per esempio, è capitato che ad una persona con un contratto a tempo indeterminato sia stata negata la conversione del permesso dalla questura, mentre nel frattempo una sentenza del tribunale amministrativo della Campania ha stabilito che non vi è nessuna differenza circa la temporalità del rilascio del permesso di soggiorno e dunque la conversione è sempre possibile. E ancora, in Toscana, le questure, in moltissimi casi, non consentono le conversioni. Dai dati che abbiamo raccolto nei nostri territori, la maggior parte degli uffici immigrazione in Italia si sta comportando in questo modo, mentre varie sentenze del tribunale di Cagliari e di Bologna hanno dato ragione ai migranti e torto agli uffici.
È la schizofrenia burocratica, che emerge non solo per ciò che riguarda la procedura di richiesta di protezione speciale o relativa conversione, ma che è presente in tutti gli ambiti della disciplina dell’immigrazione, che va dall’accesso alla procedura di protezione, al rilascio e rinnovo del soggiorno per motivi di lavoro e di studio, come se la “frontiera” non lasciasse mai la vita dei migranti e delle migranti, impedendo il pieno diritto di cittadinanza. Contrastare la precarietà del titolo di soggiorno diventa fondamentale per contrastare le norme illegittime tutt’ora in vigore: attraverso gli sportelli sul territorio e con la messa a disposizione del materiale informativo preparato dai suoi giuristi, ci poniamo l’obiettivo di garantire e salvaguardare la regolarità di soggiorno sia di chi arriva nel nostro paese sia di chi già è presente.
E, proprio nell’ottica di lottare contro i paradossi e le strumentalizzazioni prodotte dalle norme, il Forum ha dato vita alla campagna #Paradossiall’italiana,.uno strumento utile per dare voce ai territori, per monitorare le prassi negli uffici immigrazione e nelle questure, ma anche per offrire supporto e formazione alle realtà che operano nel settore delle migrazioni, attraverso il contributo di giuristi e gli operatori che, nei diversi territori, fanno parte della rete del Forum.
La diretta Facebook del 29 novembre, e la cui replica è possibile seguire qui, va proprio in questa direzione: fornire strumenti per difendersi dagli abusi.
Vi invitiamo a unirti alla rete degli sportelli dei paradossi per rafforzare azioni e obiettivi della campagna. Scrivi a info@percambiarelordinedellecose.eu per segnalare lo sportello, l’associazione o il collettivo per entrare in rete.
Questa campagna è realizzata con il contributo di Fondazione Migrantes e Fondazione Valdese.