Conversione dei permessi di soggiorno. Così il ministero dell’interno contraddice se stesso

Agli inizi di giugno il ministero dell’interno ha diramato una circolare con le indicazioni operative utili per le questure in vista dell’applicazione della nuova disciplina in materia di immigrazione introdotta dalla Legge di conversione del così detto Decreto Cutro, la Legge n.50 del 2023.

In particolare, per ciò che riguarda la convertibilità dei permessi di soggiorno, il ministero ha stabilito nella stessa circolare come non convertibili in motivi di lavoro i permessi di soggiorno per protezione speciale rilasciati con provvedimento emesso dalla Commissione Territoriale o dal Tribunale e in corso di validità, se l’istanza di conversione è stata fatta dopo il 4 maggio del 2023, dal giorno in cui la Legge n.50 è entrata in vigore.

La stessa circolare precisa un paio di capoversi più sotto che sono convertibili in motivi di lavoro soltanto i permessi incardinati con procedura ai sensi dell’art 19, c.1.2 (cioè con istanza inoltrata direttamente al questore), già rilasciati prima dell’entrata in vigore del decreto legge.

Ed è proprio tale previsione che contrasta con lo stesso Decreto Legge che, invece, all’articolo art. 7 comma. 3, stabilisce: “I permessi di soggiorno già rilasciati ai sensi del citato articolo 19, comma 1.1, terzo periodo, in corso di validità, sono rinnovati per una sola volta e con durata annuale, a decorrere dalla data di scadenza. E che resta ferma la facoltà di conversione del titolo di soggiorno in permesso di soggiorno per motivi di lavoro, se ne ricorrono i requisiti di legge”.

È un fatto, dunque, che la stessa disposizione di legge permette la conversione di tutti i permessi di protezione speciale già rilasciati prima dell’entrata in vigore del decreto legge per la tutela della vita privata e familiare, senza fare distinzione tra quelli rilasciati dal questore, dalla commissione territoriale, o dal giudice. Non solo. È un’altra circolare della commissione nazionale che risale a maggio, a stabilire che tali permessi possono essere convertiti

Di conseguenza, alla rete degli operatori del Forum sono giunte da diverse città italiane richieste di chiarimenti. E c’è la madre di tutte le contraddizioni da chiarire, e cioè: se la persona migrante ha un permesso in corso di validità rilasciato prima della presentazione del decreto Cutro e non potrà convertirlo, ma rinnovarlo una sola volta, come potrà rimanere regolare nel prossimo futuro? C’è dunque contraddizione in termini.

E così il Forum ha chiesto lumi scrivendo al Ministero, che sul punto in questione contraddice se stesso.

Per restare aggiornati sulle ultime novità introdotte dal governo Meloni in materia di migrazioni e su come resistere alle politiche autoritarie e discriminatorie che colpiscono le persone migranti, continua a seguire le attività della Campagna #Paradossiall’italiana e consulta la Cassetta degli Attrezzi.

Progetto sostenuto dalla Fondazione Migrantes con i fondi Otto per Mille della Chiesa Cattolica e con il contributo Otto per Mille della Chiesa Valdese.

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