Regolarizzazione: le sollecitazioni alla politica!

Il ‘Decreto Rilancio’ pensato dal governo contiene provvedimenti e misure che, seppur parzialmente, consentono di regolarizzare una parte delle migliaia di lavoratrici e lavoratori stranieri presenti in Italia. Un punto di partenza? Può darsi. Ma non possiamo fare a meno di sottolineare che è anche una chance persa nella garanzia e promozione di diritti e dignità dei lavoratori.

Per questo come Forum per cambiare l’ordine delle cose abbiamo proposto un percorso di confronto e denuncia delle criticità dell’ art 103 DL rilancio. Un percorso che abbiamo intrecciato con altre reti nazionali, tra le quali la campagna Ero Straniero, la rete GREI250 e EuropAsilo: tutte promotrici di emendamenti alla norma che disciplina la regolarizzazione.

Lo abbiamo fatto nell’ambito della campagna VISTO, con cui vogliamo mettere in luce le diverse problematiche presenti su tutto il territorio nazionale e conseguenti a normative parziali e inique, e con cui ci proponiamo di sollecitare la politica nell’ottica di un reale cambiamento nel paese.

Nello specifico, siamo intervenuti sulla misura prevista dal DL rilancio in merito alla regolarizzazione di alcuni lavoratori e lavoratrici: un provvedimento parziale, iniquo e di difficile applicabilità, come dicevamo all’indomani dell’approvazione del decreto.
Il 26 maggio abbiamo avviato un confronto con più di quaranta persone, singoli e rappresentanti di realtà attive in tutta Italia nella tutela dei diritti e nella creazione di reali percorsi di inclusione. Il 29 un altro momento di confronto ci ha permesso di dibattere anche con alcuni rappresentanti parlamentari: Riccardo Magi, deputato gruppo misto +Europa/Centro Democratico, Gennaro Migliore, deputato Italia Viva, Roberta Pinotti, Senatrice PD
Doriana Sarli, Deputata M5S.

Abbiamo sintetizzato i diversi punti critici sollevati in un documento che abbiamo inviato a Gennaro Migliore (Italia Viva), Emanuele Fiano (Partito Democratico), Doriana Sarli (5Stelle), Erasmo Palazzotto (LEU): proposte di emendamenti elaborati con la richiesta di adottarli in sede di conversione in legge del decreto.
Rispetto alla totalità degli emendamenti ipotizzati durante i confronti, ci siamo concentrati su alcuni punti in particolare:

– la prova di presenza al comma 1
L’attuale decreto prevede una prova di presenza rilasciata solo da organismi pubblici. Chiediamo che venga invece prevista la possibilità di rilascio anche da parte di organismi non pubblici, ad esempio enti del terzo settore a cui il cittadino straniero si è rivolto per supporto sanitario o legale.

– l’ampliamento dell’arco temporale per la scadenza dei soggiorni al comma 2
Chiediamo un ampliamento della platea dei beneficiari, con l’inclusione delle persone presenti sul territorio nazionale all’8 marzo 2020 il cui permesso di soggiorno anche prima del 31 ottobre 2019.

– l’allargamento settori di lavoro
Chiediamo l’ampliamento dei settori professionali coinvolti nella misura di regolarizzazione, comprendendo così il settore della logistica, il terziario, il commercio, le attività manifatturiere, l’edilizia, con l’obiettivo che i settori nei quali è presente nella maggior parte dei casi mano d’opera migrante e irregolare siano oggetto di emersione allargando la platea dei possibili beneficiari.

– la presentazione dell’istanza con documento di identificazione diverso da passaporto o attestazione consolare
Chiediamo di ampliare la tipologia dei documenti di identificazione richiesti, includendo anche titoli equipollenti al passaporto (documento di identità o riconoscimento, inclusi la carta d’identità o il permesso di soggiorno scaduti), oltre all’ampliamento al 31 agosto 2020 della data di presentazione della richiesta.

Sollecitiamo inoltre una modifica all’art. 16 relativamente alle misure straordinarie di accoglienza, al fine di permettere un inserimento temporaneo nel sistema di accoglienza SIPROIMI dei richiedenti asilo e dei titolari di permesso di soggiorno per casi speciali e per motivi umanitari, con parità di servizi di accoglienza, respingendo dunque ogni ipotesi di differenziazione dei servizi essendo essa discriminatoria ed irragionevole.

Chiediamo alla politica di ascoltare le modifiche sollecitate e farle proprie nella discussione per la conversione in legge del DL. E’ il momento di cambiare davvero!

 

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