In missione a Bruxelles, per fermare l’Europa dei confini

Una delegazione del Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose ha partecipato il 22 novembre scorso, insieme ad altre organizzazioni italiane ed europee che si occupano di diritti umani, all’incontro “L’Europa vista dai confini” che si è tenuto a Bruxelles, nella sede del parlamento, organizzato dall’europarlamentare Cecilia Strada. 

L’invito è giunto nell’ambito delle interlocuzioni con i deputati europei che la Road Map per il diritto all’asilo e la libertà di movimento sta portando avanti da qualche settimana fa con l’obiettivo di trovare nuove alleanze all’interno delle istituzioni europee per contrastare la preoccupante deriva autoritaria che si esprime all’interno del governo Ue, sia in termini di contenuti normativi che di strategie politiche.

In particolare, per monitorare l’implementazione del Patto europeo migrazione asilo all’interno dei singoli stati, per evitare cioè forzature verso l’ulteriore peggioramento delle condizioni di migranti e richiedenti asilo, proprio il ruolo di Cecilia Strada appare decisivo, in quanto Strada è componente della Commissione Libe, la Commissione per le Libertà Civili, la Giustizia e gli Affari Interni la cui attività riguarda la tutela dei diritti fondamentali e le norme di legge, la cooperazione di polizia e di giustizia penale, nonché la gestione della migrazione, il controllo delle frontiere e l’asilo.

 

«La finalità generale della missione al parlamento europeo è stata quella di sollevare il tema dell’attuazione del Patto in Italia, dove la situazione appare molto preoccupante», conferma il giurista Gianfranco Schiavone che ha partecipato alla missione. «Ma non soltanto» – continua Schiavone: «abbiamo incontrato anche altri parlamentari di altri stati, con cui abbiamo condiviso le nostre preoccupazioni per quanto sta accadendo in varie aree calde di confine, Trieste, su tutti, lungo la rotta balcanica, oppure lungo la frontiera italo-francese, ma anche dei campi di confinamento che si stanno istituendo alle porte dell’Europa. Proprio in attuazione del Patto», conclude il giurista.

Più in generale – conferma Teresa Menchetti – «abbiamo incontrato l’interesse di diversi parlamentari per le nostre istanze, riscontrando anche maggiore consapevolezza rispetto al passato, da parte loro, sui pericoli del Patto e di una Europa sempre più spostata a destra». E poi ancora: «siamo stati considerati come credibili per tutto il lavoro che è stato svolto nei mesi scorsi con la Road Map, un grande esempio di partecpazione dal basso che ha portato in Europa una voce plurale, ma unita, sui punti da non toccare o su cui fare monitoraggio», conclude Menchetti, che a nome del Forum e, insieme a Giovanna Cavallo, ha partecipato al seminario promosso da Cecilia Strada, proprio con una relazione dal titolo “Gli strumenti per il monitoraggio delle violazioni dei diritti umani”. Per fermare l’Europa dei confini.

 

 

 

 

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