Parte il percorso di Consultazione con i Membri del Parlamento Europeo: la Road Map incontra Cecilia Strada.

Come si potrà rendere strutturale sul piano nazionale il monitoraggio sull’implementazione del Patto europeo migrazione asilo? Immaginando che ci saranno delle proposte di implementazione del Patto tra i singoli stati molto difformi, che alcuni di loro tenteranno molte forzature verso l’ulteriore peggioramento delle condizioni di migranti e richiedenti asilo, e il governo in questo senso ne ha già dato la prova con l’ultimo decreto immigrazione presentato qualche giorno fa, la rete delle organizzazioni che hanno dato vita nei mesi scorsi alla Road Map per il diritto d’asilo e la libertà di movimento, si sono posti come obiettivo di coinvolgere i neo-parlamentari nell’individuazione di nuovi strumenti per resistere ai nuovi regolamenti previsti dal Patto, nell’ottica di evitare che vengano adottati inserimenti peggiorativi degli stessi regolamenti già previsti.

Così, qualche giorno fa una delegazione della Road Map per il diritto d’Asilo e la Libertà di Movimento ha incontrato Cecilia Strada del gruppo Socialist and Democrats, componente della Commissione Libe, la Commissione per le Libertà Civili, la Giustizia e gli Affari Interni la cui attività riguarda la tutela dei diritti fondamentali e le norme di legge, la cooperazione di polizia e di giustizia penale, nonché la gestione della migrazione, il controllo delle frontiere e l’asilo. Oltre questo ruolo, le competenze dell’On. Strada riguardano anche uno dei territori più caldi in questo momento in quanto lei è vicepresidente della Delegazione del Mashreq, una delle delegazioni interparlamentari previste dal sistema diplomatico dell’UE, incaricati di mantenere e approfondire le relazioni con i parlamenti di paesi, regioni e organizzazioni non appartenenti all’UE.

La delegazione della Rete ha posto alla On. Strada alcune questioni riguardanti le possibili azioni congiunte con la società civile per contrastare alcune discutibili politiche europee sulle migrazioni, con particolare riferimento alla implementazione del Patto Europeo: «Monitorare l’implementazione del Patto è una cosa di cui si sta già parlando molto nel nostro gruppo», ha riferito Strada. «Il tema dell’implementazione del Patto su scala nazionale, che dovrà rispettare, come è d’obbligo i diritti umani, è una questione che facciamo nostra come gruppo parlamentare, mettendo a disposizione tutti gli strumenti che abbiamo, possiamo, in primo luogo, documentare, verificare, raccogliere istanze. E poi abbiamo le armi dei ricorsi alla Corte di Giustizia e delle interrogazioni. Ma prima vediamo cosa accadrà. Io mi occuperò di presentare un assestment sulla situazione minori stranieri non accompagnati», ha spiegato l’europarlamentare.

Il monitoraggio delle pratiche che i singoli stati metteranno in campo per attuare il Patto, è un aspetto centrale dell’iniziativa della Rete per il Diritto d’Asilo e la Libertà di Movimento per fermare le violazioni dei diritti umani sottese all’attuazione del Piano, ma altrettanto fondamentale, come già ribadito, sarà il coinvolgimento degli europarlamentari.

«Dovrà essere una sorta di legislatura di riduzione del danno», è l’auspicio comune tra società civile e forze parlamentari: «è auspicabile la creazione di gruppi di lavoro tra parlamentari di diversi paesi, l’organizzazione di missioni extra Ue nei paesi così detti terzi sicuri», è questo il piano di lavoro condiviso, a cui Cecilia Strada si è accodata: «Dobbiamo darci un metodo, un formato per il monitoraggio, un modello, abbiamo bisogno di raccogliere dati e di segnalare tutti quegli indicatori che possono essere le spie delle violazioni», ha ribadito.

Nel proseguire il percorso di consultazione e di collaborazione abbiamo in programma altri momenti di incontro con altri e altre europarlamentari, ai quali abbiamo inviato la lettera aperta promossa da centinaia di sottoscrittori.

Leggi la Lettera Aperta ai membri del PE

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