Lamezia Terme: alcune considerazioni dopo la tappa della Road Map

Venerdì 15 marzo a Lamezia Terme, in mattinata con alunni del Liceo Classico-Artistico “F. Fiorentino”, e al pomeriggio un incontro con la cittadinanza presso la sede di “Civico Trame”, ha avuto luogo la prima tappa calabrese della Road Map per il diritto d’asilo e la libertà di movimento in corso in tutta Italia su iniziativa del “Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose”, cui ha convintamente  aderito il ”Movimento Umanità in Ricerca“, rete di associazioni  e organizzazioni protagoniste nei servizi sociali (AGESCI Zona Reventino, Associazione Arci Lamezia Terme/Vibo Valentia, Azione Cattolica Diocesi di Lamezia Terme, Associazione Comunità Progetto Sud (SAI Ordinari e Minori Lamezia Terme- SAI ordinari Miglierina),  Associazione Mago Merlino, Fondazione Trame, InRete Cooperativa Sociale (SAI Ordinari e Minori Lamezia Terme- SAI ordinari Miglierina), Pax Christi-Punto Pace Lamezia Terme) sorta a Lamezia Terme all’indomani del tragico naufragio di Cutro del 26 febbraio 2023 allo scopo di non fermarsi emotivamente al dolore episodico e alla indignazione del momento, ma approfondire e diffondere conoscenze (in primis tra i giovani) sul fenomeno.

Il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose a sua volta è una rete, che si definisce non un movimento per i diritti dei migranti, bensì un movimento per i diritti di tutti/e, indipendentemente dalle provenienze, per cambiare le politiche migratorie nazionali ed europee che producono danni e violazioni allo stato di diritto e al tessuto democratico delle nostre società.

L’incontro della mattina, realizzato grazie alla disponibilità e all’accoglienza del Dirigente Scolastico Nicolantonio Cutuli, ha aiutato gli studenti delle classi seconde, a capire il motivo per cui molte persone decidono di migrare e i rischi che ciò comporta per l’incolumità fisica e mentale di tanti. Coinvolgendosi attivamente nella discussione con l’attivista del Forum Teresa Menchetti, gli studenti si sono soffermati su ciò che accade realmente riguardo alle motivazioni di chi si mette in viaggio dal proprio Paese d’origine verso l’Europa, comprendendo le misure spesso vessatorie che i governi UE mettono e vogliono mettere in atto per scoraggiare in ogni modo il fenomeno migratorio, con aspetti molto repressivi, talora disumani, quali la reclusione (di fatto) nei luoghi di c.d. screening.

L’evento pomeridiano, invece, ha approfondito le tematiche affrontate al mattino, e ha indotto il Movimento Umanità in Ricerca alle considerazioni che qui seguono.

Lamezia Terme è una città accogliente, la maggior parte della popolazione ha un atteggiamento non ostile alla integrazione e inclusione degli stranieri che hanno scelto di vivervi. La città pratica l’accoglienza diffusa in diversi quartieri e lo stesso accade anche nei comuni del circondario e nei piccoli borghi e nelle aree interne calabresi, dove, anzi, la loro presenza compensa in qualche modo l’emigrazione dei nativi, contribuendo a non depauperarli e a mantenere la propria valorizzazione.

Alcune esperienze virtuose del nostro territorio calabrese inducono ad attribuire importanza alla possibilità di una progettualità legata al recupero delle aree interne, laddove esistono borghi quasi abbandonati dove l’accoglienza di persone e nuclei familiari potrebbe essere inquadrata in un percorso di recupero delle aree agricole e boschive di molti territori prevenendo il dissesto idrogeologico di un territorio di per sé già fragile e che l’abbandono demografico ha reso ancora più a rischio.

L’atteggiamento non ostile s’è sviluppato in Calabria con la constatazione che i migranti costituiscono in gran parte una risorsa e non un problema. Ad esempio occupano le case disabitate dei centri storici, rivitalizzandoli e fornendo reddito ai locatori, sostengono il commercio, popolano le scuole di ogni fascia d’età, mantenendo così i livelli occupazionali dei docenti, si adattano a prestare attività lavorative che sono ‘scansate’ da noi italiani, soddisfano spesso il bisogno di cura alle persone non autonome.

Questo induce a pensare quindi alla necessità di guardare al fenomeno migratorio come fenomeno epocale da affrontare con lungimiranza mettendo al centro la persona e le persone (gli stranieri non sono numeri), dando loro una prospettiva di futuro positivo ovunque si trovino e nello stesso tempo guardando al nostro territorio che da tale fenomeno può essere solo arricchito.

La Calabria è un territorio in lento declino che ha la necessità di essere vissuto e governato. Volendo dare anche una prospettiva di salvaguardia ambientale, vivere e governare il territorio presume il concetto biblico della “custodia” e non del “dominio”, concetti ben descritti nella Laudato si.  È un “altro modo di guardare al futuro.”

Riguardo alle proposte europee in discussione, la cui approvazione potrebbe avvenire a breve, il Movimento Umanità in Ricerca trova disumano ed inconcepibile immaginare una “zona franca”, un cosiddetto “luogo non luogo” dove questi sventurati, dopo aver affrontato anni di viaggio pericoloso, verrebbero reclusi in attesa di riconoscimento (non scontato) dei propri imprescindibili diritti umani. Per questo fa propria l’iniziativa in corso del Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose e ne auspica il pieno successo.

 

 

 

 

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