Il principio alla base del testo del Consiglio dell’UE sulle riforme connesse al patto su immigrazione e asilo è l’ulteriore rafforzamento dell’Europa come Fortezza. Non si auspica più soltanto l’esternalizzazione della Frontiera, ma la solida costruzione di un sistema di respingimento e rimpatrio verso i paesi di transito che ora sono considerati sicuri dalla Commissione e dal Consiglio Europeo. Ci chiediamo quali siano. Se la Libia dei centri di detenzione lager e delle torture, oppure la Tunisia in cui si muore di fame, o l’Egitto dove gli oppositori seguono la sorte di Giulio Regeni?
A leggere il testo dell’accordo raggiunto tra i vari governi quasi all’unanimità sui nuovi regolamenti Procedure e Dublino, infatti, la strada da intraprendere e che farebbe comodo al Governo Meloni anche per aumentare la propaganda in vista delle elezioni europee dell’anno prossimo, è quella dei respingimenti e dei rimpatri alla frontiera italiana.
Nel nuovo regolamento procedure, per esempio, si prevede che tutti quelli che arrivano alle frontiere, e che abbiano una nazionalità con un tasso di riconoscimento della protezione al di sotto del 20 per cento, subiranno procedure accelerate di frontiera, ai fini della valutazione dell’ammissibilità della propria richiesta di asilo. Ma anche la domanda di asilo di coloro ai quali sicuramente la protezione dovrebbe essere riconosciuta, potrebbero essere di fatto respinti verso paesi terzi nei quali i rifugiati sono transitati. Tutto ciò si tradurrà in un aumento delle spese per i centri di detenzione e per i voli di rimpatrio. Ciò che accadrà dunque sarà che un numero sempre maggiore di persone che arrivano in cerca di protezione in Europa saranno soggetto a una dura procedura di frontiera, invece che essere ascoltate in una normale procedura di asilo.
È veramente in gioco l’esistenza stessa del diritto all’asilo. La proposta del Consiglio insieme alla fallita riforma del Regolamento Dublino (non si prevede alcuna forma di ricollocazione obbligatoria dei richiedenti asilo) avrà come effetto quella di aumentare il peso nella gestione degli arrivi nei paesi che si trovano lungo le frontiere esterne, ovvero in stati come l’Italia e i rischi di abusi, esami sommari delle domande di asilo alle frontiere e respingimenti illegali aumenteranno moltissimo
Come fermare questa deriva autoritaria, mentre in tutta Europa è a rischio la tutela dei diritti umani e di cittadinanza? Entro giugno del 2024, infatti, la Commissione Europea ed il Parlamento dovranno discutere e approvare il Patto Europeo per le Migrazioni. Se approvati, questi testi che hanno visto ieri l’approvazione di tutti gli stati quasi all’unanimità, produrranno nuove tragedie e renderanno l’Europa una dura fortezza. Proprio per salvaguardare il diritto alla Protezione e all’Accoglienza, invece, vogliamo avviare un processo di consultazione ed elaborazione di un “nuovo patto europeo” su diritto d’asilo e immigrazione. Vi invitiamo a scriverlo insieme a partire dall’assemblea programmata il prossimo 12 giugno alle ore 18 su zoom.
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Per leggere alcuni punti sui quali vogliamo declinare assieme il percorso territoriale ed europeo.