Nel quartiere Montesacro di Roma: «qui si realizza l’inclusione».

Articolo a cura di Gaetano De Monte*

«Ti ho conservato un pezzo di parmigiana e delle verdure. Noi abbiamo già mangiato perché le ragazze stanno per cominciare il corso di parrucchiere», dice Emanuela Petrella, coordinatore del Progetto ex Sprar/Sai gestito dalla cooperativa Idea Prisma 82 d’intesa con il comune di Roma, non appena varco la porta d’ingresso di un appartamento nel quartiere residenziale di Montesacro, a Roma. Una frase che restituisce subito il senso dell’accoglienza e della condivisione che si respira all’interno. Qui, sono ospitate alcune donne di diversa nazionalità con i loro bambini, alcuni dei quali hanno una disabilità. Prima dell’inizio della guerra è arrivata anche una signora ucraina, ora, invece, mentre ci accingo a mangiare il pranzo della giornata, fa capolino all’interno dell’abitazione una giovane donna nigeriana insieme alla sua bambina che ha qualche anno di età.  

«Per noi accogliere significa connettere domande sociali dando risposte inclusive», continua Emanuele Petrella, che da tempo è riconosciuto come una figura di riferimento nel quartiere. «Proprio la prossimità con il territorio rappresenta uno dei valori aggiunti del nostro progetto, una vicinanza che è soprattutto relazionale, che ci permette di dialogare con gli enti municipali, con l’associazionismo, con le attività commerciali, costituendo allo stesso tempo una reale occasione per le persone accolte di muoversi all’interno della comunità».

Progetto Gabri Spiega ancora Petrella: «siamo nati nel 2014, con lo scopo di promuovere processi di autonomia, inclusione sociale e interazione territoriale nell’ottica del superamento di logiche e risposte assistenzialiste», riferendo, poi, “di un progetto nel progetto” che rappresenta il fiore all’occhiello di questa esperienza, unica in Italia. Si chiama Progetto Gabri, ed ora non è più una novità, dato che è stato ampliato. Gabri, dal nome di Gabriella, una signora di 70 anni che qualche anno fa è stata sfrattata dal suo appartamento nel cuore di Trastevere ma che invece di finire in strada, grazie anche all’interessamento del municipio III, è stata accolta all’interno dello Sprar. Così ha raccontato la donna: «non conoscevo la parola Sprar, ma da quattro anni ne ho capito il significato. Convivo con afghani, armeni, congolesi eritrei, senegalesi, e altre etnie. Sono una nonna per molti di loro. Cerco di aiutare gli ospiti a capire la nostra cultura, la vita in Italia, le nostre regole». Per le persone Gabriella rappresenta un ponte relazionale con il condominio e il territorio dove è ubicata Well(C)Home, che è il nome del progetto. Più in generale, dice ancora Petrella: «la realizzazione del progetto Gabri ha alla base una visione complessiva delle emergenze sociali presenti sul territorio ed ha come presupposto fondamentale un’idea di inclusione in grado di coinvolgere le diverse storie e di emarginazione e disagio che incontriamo nella nostra città». «Ma di un’altra narrazione, di coraggio e resistenza», conclude.

Supporto alle persone E, tuttavia, tra i progetti più significativi che qui dentro sono stati portati avanti negli ultimi anni, ci sono quelli relativi al riconoscimento del bagaglio formativo e professionale delle persone accolte, così come le esperienze di autoimprenditoria che sono state supportate. Tra queste, vi sono Pisù – Pizza& Sushi, nato nel quartiere Pigneto, il Garage Casilino, un’autofficina, euna società individuale che si occupa di Trasporti, traslochi e manutenzioni. Inoltre, una esperienza di sartoria che ha valorizzato le competenze e la passione di una ospite e, l’ultimo nato, è il corso per parrucchiere tenuto da Pino, artigiano di Guidonia che garantirà a chi lo vorrà un lavoro professionalizzante. Non solo. Well©Home segue da tempo i propri ospiti anche nella lunga e complessa procedura del riconoscimento del titolo di studio, «dato che molti di loro hanno conseguito, nel proprio Paese di origine, una laurea di primo o secondo livello e spesso credono, erroneamente, di non poter utilizzare in maniera formale le competenze acquisite in precedenza», raccontano alcuni degli operatori, tutti altamente qualificati: «noi cerchiamo di supportarli nelle varie fasi della vita affinché possano realizzare il proprio progetto migratorio e riconquistare, poi, la propria autonomia».

Lavoro, sostegno, studio, ma anche svago e diritto allo sport nelle attività di Well©Home, che ha sperimentato anche importanti partnership con fondamentali realtà romane, come Liberi Nantes, associazione sportiva che tra calcio e atletica ha accolto diversi ospiti, e La Piccola Orchestra di Tor Pignattara, che ha visto l’inserimento all’interno dell’orchestra di due ospiti. Infine, nella sua lunga storia, Well©Home vanta anche collaborazioni con il Ministero della Giustizia per l’affidamento in prova al Servizio sociale di due ex detenuti, oltre che l’attivazione tirocini formativi per cittadini a rischio di emarginazione sociale. Questo e tanto altro, dunque verso la strada della piena inclusione di cittadini stranieri, richiedenti asilo, ma anche di qualche persona italiana in difficoltà.

*responsabile comunicazione Forum per Cambiare L’Ordine delle Cose.

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