Appunti per garantire i diritti di tutti e tutte

«È un obbligo per gli stati costieri non soltanto assicurare che le persone vengano salvate, ma anche far sì che vengano condotte in un luogo sicuro dove le condizioni di accoglienza garantiscano il pieno rispetto dei diritti umani». E ancora: «gli stati hanno l’obbligo di intervenire nel minor tempo possibile e di cooperare con eventuali imbarcazioni civili presenti nei luoghi dei soccorsi, siano esse navi mercantili o di organizzazioni governative».

Con queste parole pronunciate dal portavoce della Ong Sea Watch, Alberto Mallardo, a partire, dunque, da questi punti fermi, si è aperto il 19 settembre il confronto pubblico tra la rete delle organizzazioni che aderiscono al Forum Per Cambiare l’Ordine delle Cose ed alcuni candidati alle prossime elezioni politiche esponenti di Europa Verde-Sinistra Italiana, Partito Democratico, +Europa, Movimento Cinque Stelle, Unione Popolare, rispettivamente, di Marilena Grassadonia, Matteo Mauri, Riccardo Magi, Laura Ferrara, Fulvio Vassallo Paleologo.

A tutti loro gli esponenti del Forum intervenuti hanno posto diverse questioni, frutto del confronto collettivo avviato all’interno della rete, e che è sfociato nel Manifesto delle Priorità, l’appello sottoscritto da decine di realtà lanciato nei giorni scorsi.

Il giurista Gianfranco Schiavone, per esempio, si è chiesto quale possa essere-secondo i candidati il ruolo che l’Italia deve assumere nell’attuale contesto delle politiche europee sull’immigrazione, dicendosi preoccupato, inoltre, degli scenari che si prospettano all’orizzonte. «Come mai a vent’anni dalla sua istituzione il sistema di accoglienza ordinario, il Sai/ex Sprar, è ancora così sottodimensionato, tanto che basta una piccola fluttuazione nelle richieste di asilo per mandarlo in crisi», si è chiesto in primo luogo il giurista, secondo il quale, di contro, «sarebbe necessario organizzare in maniera organica i fondi per l’integrazione e l’inclusione sociale.  È necessaria una reale riforma del sistema di accoglienza che vada proprio in questa direzione», ha ribadito Schiavone, citando il documento di proposte che proprio in questi giorni la rete di organizzazioni del Tavolo Asilo ha inviato alle segreterie di tutti i partiti.

«Per evitare invece un ritorno al Medio Evo dei diritti nel caso in cui vincessero le destre», ha chiesto una delle coordinatrici del Forum, Giovanna Cavallo, che ha moderato l’incontro: «sarà possibile attivare un intergruppo parlamentare aperto alla società civile, che abbia una stabile piattaforma di intervento? E poi: «come intendano queste forze politiche rafforzare l’opposizione con le forze sociali?», ha domandato ancora Cavallo.

Questioni che fanno il paio con quelle poste da Giulia Capitani di Oxfam che, intervenuta anche a nome della rete della Campagna Ero Straniero, ha chiarito: «Come associazioni promotrici siamo attivi da anni per il superamento della Bossi Fini e per l’introduzione di nuove norme per garantire la presenza regolare di persone straniere e il loro processo di inclusione, soprattutto lavorativa, nel territorio. Vorremmo chiedervi come, dopo le elezioni, intendete affrontare questo tema», ha ribadito Capitani. «Cosa fare delle migliaia di stranieri senza titolo di soggiorno che sono impiegati nel mercato del lavoro illegale?».

Sollecitazioni a cui il deputato di +Europa, Riccardo Magi, ha risposto dichiarando urgente il superamento del sistema rigido dei flussi e l’apertura di canali legali di ingresso con permessi di soggiorno per ricerca lavoro, favorendo, così, anche l’incontro tra la domanda e l’offerta. Secondo quanto affermato da Magi: andrebbe realizzata una regolarizzazione permanente, a determinate condizioni, con i datori di lavoro disposti ad assumere».

Antonella Agnoli è una cittadina che ha accolto due richiedenti asilo nella propria casa e fa parte dell’associazione Famiglie Accoglienti di Bologna. Il progetto di accoglienza in famiglia riguarda i neo-maggiorenni. «Le nostre esperienze sono politiche», ha precisato, «e sono nate come risposta al mantra pronunciato da Matteo Salvini “Accoglieteli a casa vostra”». Agnoli, che è intervenuta al confronto con le forze politiche in rappresentanza della rete del Forum, ha chiesto: «come riuscirete a far sì che esperienze di questo genere vengano incentivate?».

Il coordinatore dello stesso Tavolo Asilo, Filippo Miraglia, anche lui intervenuto all’incontro, ha proposto a chi si candida «di fare in modo che le competenze in materia di stranieri vengano trasferite dal Ministero dell’Interno agli enti locali». Miraglia ha poi aggiunto: «chiediamo ai partiti italiani di respingere il nuovo Patto Europeo per l’Immigrazione e l’Asilo che rappresenta una vera disgrazia per gli stranieri». Infine, ha ribadito: «chiediamo che venga abolito il Memorandum Italia-Libia e il finanziamento alla così detta Guardia Costiera libica, cioè la fine di quel meccanismo che consente trattamenti inumani e degradanti attraverso i fondi italiani ed europei».

Secondo quanto affermato dall’europarlamentare del Movimento Cinque Stelle, Laura Ferrara, nel pacchetto di riforme presentate dalla Commissione Europea vi è il rischio concreto di violazione per i diritti umani e questo è avvenuto per le pressioni dei Paesi del Nord Europa, non soltanto dei paesi dell’Est. Ha ribadito Ferrara: «in sede europea l’Italia dovrà continuare a chiedere il rispetto dei diritti fondamentali e battersi per l’ampliamento delle vie legali di ingresso come i corridoi umanitari», ricordando, inoltre, l’inchiesta ancora in corso sul ruolo dell’Agenzia Frontex e le ombre sulla cooperazione con i paesi terzi che violano i diritti umani.

L’ex vice-ministro agli Interni, Matteo Mauri, invece, ha riconosciuto il lavoro fondamentale svolto negli ultimi anni dal Forum come interlocutore privilegiato delle istituzioni e ha sostenuto durante l’incontro che è necessario mettere in campo una operazione culturale che parta dalle cause profonde dell’immigrazione «che è un fenomeno, non è un problema», ha detto Mauri, ricordando il lavoro fatto per riformare i decreti sicurezza. «Abbiamo tolto una aberrazione ma è ovvio che ciò non basta». Ha poi aggiunto il candidato del Partito Democratico: «Bisogna rendere più efficienti i soccorsi in mare, ma allo stesso tempo bisogna mettere al sistema di accoglienza, sgonfiare i Cas e far esplodere in tutta la loro potenzialità gli Sprar». E infine Mauri ha concluso così: «occorre andare nella direzione di un sistema di accoglienza realmente diffuso, ma per far ciò servono risorse e una precisa volontà politica, se non mettiamo mano alla legge Bossi Fini non ne veniamo fuori».  

Più pessimista è il giurista Fulvio Vassallo Paleologo, il quale non crede molto alle soluzioni parlamentari, date le attuali e future condizioni, probabilmente, ma, allo stesso tempo, ha detto: «auspichiamo un parlamento plurale a cui affiancare un blocco sociale di opposizione che porti nelle aule parlamentari le istanze che vengono dal basso, perché si possa mettere fine alle politiche di esternalizzazione come il memorandum con la Libia e perché non è più possibile fare attendere le persone 12 giorni in mare in attesa di un porto di sbarco», ha ribadito il giurista. Che poi ha rilanciato la necessità di accompagnare l’azione politica a quella legale. E citando, in questo senso, le battaglie vinte insieme alla Campagna “Lasciateci Entrare” per la tutela delle persone trattenute nei CPR, i Centri Per i Rimpatri.  

Per Marilena Grassadonia candidata di Sinistra Italiana: «occorre contrapporre alla politica della paura, quella dell’accoglienza e della solidarietà. Qualsiasi cosa accada, dopo il 25 settembre, dovremmo fare fronte comune, tra realtà associative e forze politiche». Ecco, dunque, centrato l’obiettivo dell’incontro che si è svolto il 19 settembre: scrivere una nuova grammatica per garantire i diritti di tutti e tutte, scambiarsi appunti elettorali in materia di diritti e immigrazione, condividere gli strumenti operativi per costruire un’alleanza parlamentare nella peggiore della ipotesi vincano le destre. Per scongiurare il ritorno al Medioevo dei diritti.

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