“Siamo studenti siriani, alcuni di noi vivono in Siria e altri in Libano, tutti inseguiamo i nostri sogni che la guerra ha cercato di uccidere, ma abbiamo combattuto e stiamo ancora combattendo il destino” comincia così la lettera che 53 studenti hanno inviato all’ambasciata italiana a Beirut per sollecitare il limbo burocratico in cui sono rimasti impantanati per ottenere un loro semplice diritto: lo studio!
Noi siamo stati contattati da questi studenti tramite il neonato collettivo yallastudy e siamo venuti così a conoscenza delle loro storie.
53 persone, 53 giovani studenti che rischiano di diventare carne da macello a causa di un ingorgo burocratico e a causa della guerra e delle sanzioni economiche imposte alla Siria.
I ragazzi e le ragazze, pronti ad arrivare in Italia per studiare e tutti provvisti dei requisiti e di una lettera di accettazione da parte dell’ateneo ospitante, dovrebbero depositare 6000 euro per la durata del soggiorno in italia.
Hanno due alternative per farlo:
1. una banca siriana, che tuttavia non è valida in quanto l’embargo non consente il trasferimento di denaro verso altri paesi e dunque i ragazzi non potrebbero prelevare il necessario una volta in Italia.
2. una banca del circuito libanese che tuttavia pone una serie di difficoltà: non si possono prelevare più di duecento euro al mese, insufficienti a sopravvivere, e la svalutazione della somma per il cambio in lira libanese.
Due opzioni assurde che impediranno inevitabilmente ai ragazz@ di entrare per vie legali. Hanno proposto alternative, ma la risposta dell’ambasciata é stata nulla, se non quella di fissare al 10 luglio la data ultima per formalizzare la loro partenza.
Noi abbiamo scritto al ministro LuigiDi Maio, ai suoi sottosegretari e al capogabinetto della Farnesina chiedendo un incontro per poter esporre le alternative possibili e percorribili e per far luce su questa incredibile situazione, supportati anche da Gennaro Migliore, che in prima persona ha preso in carico la faccenda.
Potenzialmente le vie legali di accesso scongiurano il traffico di esseri umani e sarebbe davvero di buon senso dare un’opportunità a questi giovani siriani!