Accusa archiviata, la solidarietà non è reato!

“Sta a noi intervenire con i nostri corpi dove con la massima evidenza si manifesta la violenza della cosiddetta civiltà europea, dove i confini sono una macchina di violenza e morte, agire politicamente dentro questa tragedia, facendoci insieme portatori di concrete scelte di trasformazione sociale. Abbiamo la responsabilità di costituirci in una rete, per contestare e rifiutare in ogni modo la politica criminale dell’Europa nei confronti dei migranti. Nello stesso tempo, dobbiamo costruire e collegare fra loro situazioni concrete di solidarietà attiva”: queste le parole con cui Gian Andrea Franchi, durante il Forum che abbiamo realizzato a dicembre 2019, richiamava tutte e tutti a un impegno attivo e concreto, di mutualismo e solidarietà verso i e le migranti, vittime di politiche escludenti e ghettizzanti.
Oggi ci uniamo alla felicità di molti per l’archiviazione dell’accusa mossa nei confronti di Gian Andrea e di Lorena Fornasir, sua moglie, indagati per ‘favoreggiamento dell’immigrazione irregolare’. Professore di filosofia nei licei lui, psicoterapeuta lei, entrambi pensionati, quando hanno iniziato a vedere arrivare nella loro città – Trieste – i e le migranti passati per la cosiddetta ‘rotta balcanica’, non si sono tirati indietro e hanno iniziato a dare una mano: curando ferite e piedi martoriati, offrendo un pasto caldo o una coperta, dando informazioni e sostegno a chi affronta la militarizzazione dei confini, le violenze delle forze di polizia e quelle dei gruppi xenofobi, i respingimenti. Atti di solidarietà umana realizzati con l’associazione Linea d’Ombra ODV, che hanno strutturato per organizzare meglio la propria attività, senza pensare di doversi nascondere: da quando è reato aiutare una persona in difficoltà?

Non deve averla pensata così il P.M. di Trieste che ha mosso l’accusa collegando Franchi e Fornasir a una presunta cellula triestina di trafficanti. Così, lo scorso 23 febbraio all’alba la polizia faceva irruzione in casa loro e sequestrava telefoni e libri contabili dell’associazione. Nove mesi dopo, quell’accusa viene archiviata. Il caso è passato da Trieste a Bologna – Fornasir è giudice onorario presso il tribunale dei minori di Trieste e deve essere giudicata lontano dal distretto di appartenenza – e il pm bolognese chiede al gip l’archiviazione del caso “non emergendo elementi che consentano la sostenibilità dibattimentale dell’accusa”.

“Questa archiviazione dimostra con chiarezza l’intenzione politica dell’indagine che ha portato alla nostra denuncia” affermano Gian Andrea e Lorena, rimarcando che, dopo il passaggio dell’indagine da Trieste a Bologna “il procedimento giunge nelle mani di un magistrato non interessato a un’intenzione politica punitiva nei confronti di chi agisce solidalmente con i migranti”.
Una buona notizia, dopo nove mesi di attesa. Una notizia che rimarca una cosa, come commentano Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasi: “Il succo di questa vicenda sta nel rendere ancora una volta evidente il carattere politico delle denunce nei confronti degli attivisti solidali con i migranti: così è caduta la denuncia contro Mediterranea e prima ancora quella contro Carola Rackete”. Una delle accuse riguardava l’avere ospitato per una notte una famiglia di profughi con due figli, che rischiavano di dormire per strada: un’accoglienza a casa propria mai nascosta dai due attivisti, che rivendicano la necessità di moltiplicare atti di mutualismo e solidarietà, non come mera assistenza bensì come azioni di carattere politico che si delineano come una presa di coscienza sociale e collettiva, di cui c’è assolutamente bisogno.

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