Quella che segue è soltanto una prima analisi prodotta a caldo dal Forum. Da cui già si rileva che gli ingressi previsti sono insufficienti rispetto a quanto ci si aspettava. Perché in questo modo si tagliano fuori dalle quote nazionalità intere.
Le previsioni dei deputati leghisti puntano a tagliare ulteriormente l’integrazione dei richiedenti asilo, diminuendo le risorse per la formazione e i percorsi lavorativi. Nei fatti si introducono le norme già previste dai Decreti Sicurezza, così rischiando di ricacciare in Paesi dove rischierebbero torture e persecuzioni decine di migliaia di richiedenti asilo.
Il governo italiano, da un lato invoca una gestione regolare ed ordinata delle migrazioni, affermando di voler potenziare i canali di ingresso regolari degli stranieri in Italia e in Europa, dall’altro lo stesso Governo ostacola proprio i canali di ingresso regolari! Come dimostra Yalla Study con i numeri
Per supportare gli studenti dalla Palestina, dalla Siria e dal Libano, molti dei quali negli ultimi sette anni hanno tentato di viaggiare verso paesi europei per iniziare oppure completare gli studi universitari, in modo sicuro e accessibile, il Forum Per Cambiare L’Ordine delle Cose ha creato la scorsa estate il progetto Yalla – right to study, a sua volta animato da un collettivo di attivisti internazionali, per sostenere i giovani, le donne e gli uomini, bloccati nei paesi in guerra o stretti nella morsa di conflitti civili o militari e che non riescono ad accedere agli studi universitari.
L'articolo che segue trae ispirazione dal capitolo “La situazione in Italia. Il quadro normativo” di Cecilia Corsi e Stefania Dall’Oglio, pagg. 395-446, pubblicato in "Immigrazione e lavoro, quali regole? di
Paolo Bonetti, Madia D’Onghia, Paolo Morozzo della Rocca, Mario Savino. Editoriale scientifica.