Più di centocinquanta persone, venti città diverse, due intense giornate di lavoro: è stato questo il Forum per cambiare l’Ordine delle Cose ‘Crisi d’accoglienza’ che si è tenuto l’8 e il 9 febbraio a Roma, fra Spin Time Labs e ESC Atelier.
Questo terzo Forum è arrivato in un momento complesso.
Da una parte situazioni gravissime di disgregazione del tessuto sociale e di violazione dei diritti e delle vite di migranti e non; dall’altra un blocco politico che impedisce di attivarsi per dare risposta a questa crisi. Crisi che molti cittadini non conoscono e non percepiscono come pericolosa per tutti, italiani e stranieri.
Focus dell’incontro è stato la crisi dell’accoglienza.
Mentre prosegue l’esternalizzazione dei confini europei, con la sempre più evidente complicità dell’Italia – guardiamo al rinnovo del Memorandum con la Libia, o alla devastante situazione di blocco presente sulla rotta balcanica, fra Bosnia e Croazia – nel nostro paese è stato smantellato lo SPRAR, il sistema di accoglienza unico e integrato per richiedenti asilo e rifugiati che era riuscito, pur tra tante difficoltà e complessità, a integrare accoglienza diffusa e inclusione nelle politiche degli enti locali. Al suo posto è stato implementato il SIPROIMI, sistema di accoglienza limitato solo a chi è già titolare di protezione internazionale e ai minori stranieri non accompagnati. Nello stesso tempo sono stati eliminati i programmi di inserimento nei CAS, trasformati sempre più in semplici parcheggi. Ciò ha lasciato senza lavoro centinaia di operatori sociali -in gran parte giovani cittadini italiani- e per strada migliaia di migranti, colpiti anche dall’abrogazione del permesso umanitario: una vera e propria bomba sociale. Una minaccia alla tenuta della coesione sociale in un paese già ferito dalla crescita di tensioni, odio e discriminazioni, e dalle immutate conseguenze della crisi economica.
Una minaccia a cui non si riesce a dare risposta, anche perché molti italiani sono stati abilmente convinti che togliere diritti agli stranieri sia una via per tutelare i propri interessi. Una convinzione distorta e pericolosa che sembra impossibile smontare. Al contrario, il Forum pensa invece che sia possibile, e nella due giorni ha messo a confronto esperienze, competenze ed energie pronte a farlo. Decine di gruppi e persone attive da anni in progetti di accoglienza, di cooperazione, di ricerca, di narrazione sono pronte a mettersi insieme per smontare questa convinzione e per fare insieme pressione affinché le politiche migratorie vadano in una direzione più sana non per i migranti, ma per il comune futuro di tutte le persone, autoctone e straniere, e soprattutto di quelle più schiacciate (verso il basso ovviamente) dall’aumento delle diseguaglianze nazionali e globali.
La prima giornata è stata dedicata all’analisi e condivisione di pratiche, divise per tavoli di lavoro.
Abbiamo discusso, suddivisi per quattro categorie:
–accoglienza pubblica/istituzionale: l’accoglienza in campo CAS e SIPROIMI, che si trova di fronte alla crisi più radicale, dovuta alla fine del sistema SPRAR e al pesante ridimensionamento economico e di funzioni del sistema CAS (qui una sintesi dei lavori).
-accoglienza informale: le pratiche di prima accoglienza, assistenza e supporto di strada per transitanti o per persone espulse o non entrate nell’accoglienza pubblica. Pratiche che spesso si svolgono in situazioni di emergenza, ed in un quadro di criminalizzazione dei solidali (qui una sintesi dei lavori).
-accoglienza civica: le molte esperienze di seconda accoglienza diffuse e dal basso, in famiglia o con forme di impegno libero e leggero, che possono dialogare con progetti simili di iniziativa degli enti locali di prossimità (qui una sintesi dei lavori).
-accoglienza educativa: il campo delle pratiche più strettamente educative (a partire dai corsi di italiano L2) e di dialogo creativo e culturale (qui una sintesi dei lavori).
Questa tassonomia ha un valore puramente analitico, per darci delle focalizzazioni, ed avere lo spazio per confrontare per affinità le pratiche nei diversi territori, e ricavarne apprendimenti comuni e comuni difficoltà. Nella realtà, queste categorie spesso si intrecciano nell’azione quotidiana, e sono comunque agite nel quadro generale della crisi dell’accoglienza e nelle difficoltà crescenti di un quadro legislativo demente e profondamente sbagliato.
Nella seconda giornata ci siamo dedicati a darci un quadro di lavoro condiviso per i prossimi mesi.
Alla valorizzazione, messa in rete, e narrazione delle pratiche solidali di resistenza che abbiamo condiviso va infatti affiancata una chiara articolazione politica delle condizioni che rendono necessarie e allo stesso tempo ostacolano queste pratiche. Abbiamo individuato le tappe di un’azione che, tenendo sempre presente che lo scopo finale è il rovesciamento dell’intero approccio alle migrazioni dell’Italia e dell’Unione Europea, a partire dalla politica dei visti e della Legge Bossi Fini, mettesse a fuoco la prima priorità in ordine di tempo e di urgenza, ovvero l’abrogazione delle due Leggi Salvini.
Abbiamo chiuso la giornata:
-Approvando la campagna “VISTO”, con alcune aggiunte e aggiustamenti dovuti agli stimoli e agli scambi arrivati nel corso della due giorni [la proposta interna di campagna, che è anche traccia del nostro lavoro collettivo, si può trovare qui]-dandoci mandato di cominciare a costruire i materiali, nei diversi territori, coinvolgendo anche altri attori del territorio, in particolare i tavoli di IO ACCOLGO
-proponendo, a partire da una richiesta di molti partecipanti, di organizzare dei Forum territoriali. I membri del direttivo del Forum sono a disposizione, se necessario, per mettervi in contatto con i parlamentari del territorio, e sono disponibili ad essere presenti ai Forum territoriali. I Forum territoriali non sono nuovi soggetti, ma momenti di incontro di rete in cui
- si ridiscute nei territori all’interno delle quattro aree di lavoro individuate
- si lavora collettivamente per la costruzione della campagna
- si invitano i parlamentari PD e 5S del territorio, per un momento di confronto pubblico, in particolare a proposito dell’abolizione delle Leggi Salvini